METODOLOGIE
VALUTAZIONI ED ESTIMO
L'Estimo
ha per oggetto lo studio dei criteri e dei metodi per la stima dei beni
economici.
I
principi della disciplina estimativa
(1)
(1) Cfr. Sergio Clarelli, Manuale di Estimo industriale, Il Sole 24 ORE, 1999
Il valore di un bene economico dipende dallo scopo della stima.
L'estimatore, prima di eseguire una valutazione, deve conoscere la ragione
pratica della stessa, altrimenti il giudizio di valore che verrà espresso non
potrà considerarsi attendibile. Sono diversi, infatti, i valori attribuibili
a uno stesso bene, ciascuno corrispondente a uno scopo preciso.
Il giudizio di
stima rappresenta una previsione.
Mentre il prezzo
è un dato storico perchè equivale alla quantità di denaro con cui un bene
è stato scambiato, il valore, invece, è l'espressione di un giudizio di
stima perchè rappresenta il prezzo più probabile con cui, in condizioni
ordinarie, un bene verrà scambiato. Pertanto, la stima, basandosi su prezzi già verificatisi,
è in sostanza la previsione del più probabile prezzo
futuro di scambio del bene.
La metodologia estimativa è sempre comparativa.
In ogni stima,
infatti, si effettua un confronto; il bene oggetto di valutazione viene
comparato ad altri beni, di prezzo noto, dalle analoghe caratteristiche
tecniche ed economiche.
Il giudizio di stima deve essere ordinario e oggettivo.
Il
valutatore,
nello svolgimento delle operazioni di stima, dovrà sempre attenersi al
principio dell'ordinarietà che necessariamente esclude situazioni particolari
e considerazioni soggettive.
Il giudizio di valore deve essere (generalmente) espresso in termini
monetari.
Attualmente, quest'ultimo principio non può più avere carattere di
generalità dal momento che la valutazione può riguardare anche beni per i
quali non è possibile esprimere un giudizio di valore monetario.
Per esempio, i beni ambientali - che sono beni pubblici - inizialmente erano
ritenuti beni non economici per la illimitata disponibilità ora, invece,
sono da ritenersi beni economici per la scarsità. Per loro si parla di valore
d'uso che è pari alla somma di tutte le utilità fornite a ciascun
individuo che ne può godere.
Secondo uno dei principi base dell'estimo "contemporaneo" il
giudizio di stima dipende anche dalle dimensioni o quantità del bene da
stimare, nel senso che maggiore è la consistenza del bene da valutare e
minore è il suo valore unitario.
I
criteri estimativi
-
criterio del valore di mercato;
-
criterio del valore di costo;
-
criterio del valore di surrogazione;
-
criterio del valore di trasformazione;
-
criterio del valore complementare.
Il
valore di mercato rappresenta la quantità di denaro più probabile ottenibile
dallo scambio del bene in presenza, quindi, di mercato caratterizzato da
domanda e offerta.
Il valore di costo è la somma di tutte le spese che
occorre sostenere per produrre un bene.
Il valore di surrogazione o di
sostituzione di un bene economico rappresenta il valore di un altro bene
economico che presenti la stessa utilità e, pertanto, sostituibile al primo.
Il valore di trasformazione, che riguarda appunto beni economici suscettibili
di cambiamento, è dato dalla differenza tra il valore di mercato del bene
trasformato e la somma di tutte le spese necessarie per eseguire la
trasformazione.
Il valore complementare di un bene economico, legato da
rapporto di complementarità a un altro bene (nel senso che ai fini del
conseguimento di una determinata utilità i due beni devono o possono essere
utilizzati congiuntamente) può ottenersi come differenza tra il valore di
mercato dei due beni congiuntamente considerati e quello del bene residuo.
Esistono inoltre altre definizioni di valore, vale a dire:
Il
valore di capitalizzazione, come detto, rappresenta il
valore di mercato di un bene determinato in base alla capitalizzazione dei
redditi netti.
Il valore d'uso di un bene
è quello che gli viene attribuito
da un singolo individuo, in base all'utilità presumibilmente da esso
ricavabile. Tale valore è, quindi, di natura soggettiva e pertanto non può
essere oggetto di valutazione economica.
Il valore d'uso sociale
è il valore
d'uso di un bene pubblico e rappresenta il valore dei servizi da esso resi
alla collettività. E' determinabile misurando la disponibilità della
collettività a pagare per poterne godere.
Il valore contabile o valore di
bilancio è quello attribuibile a un bene in base ai criteri di valutazione
fissati dal codice civile. Per esempio, nel caso di aziende, questo tipo di
valore è desumibile dai libri - che l'azienda è obbligata per legge a tenere
e, per ciascun bene, è pari al valore di costo detratti gli ammortamenti.
Il valore corrente è quello attribuibile a un bene in base a specifica stima
e si determina sia in presenza sia in assenza di mercato del bene (può
coincidere con il valore di mercato, con il valore di riproduzione, con il
valore di sostituzione ecc.).
Il processo
estimativo
Il
processo estimativo rappresenta il complesso delle operazioni
logico-matematiche che conducono alla formulazione del giudizio di stima.
In sintesi, il processo di stima di un bene economico generalmente si articola
secondo le seguenti fasi:
-
incarico o nomina;
-
acquisizione di eventuale documentazione;
-
sopralluoghi;
-
individuazione delle relazioni di tipo economico-giuridico intercorrenti
tra i beni da stimare e chi ne ha la titolarità;
-
definizione del quesito estimativo: viene precisato lo scopo della stima;
-
scelta del criterio o aspetto economico: noto lo scopo della stima, viene
stabilito il criterio o aspetto da considerare;
-
scelta del metodo: definito l'aspetto economico si sceglie il metodo
comparativo da adottare (diretto o indiretto);
-
acquisizione dei dati elementari mediante indagini di mercato;
-
formulazione del giudizio di stima: generalmente consistente in un
giudizio di valore.
I
requisiti dell'estimatore
L'estimatore
dovrà conoscere in modo chiaro:
-
lo scopo della stima;
-
i principi e i metodi dell'estimo;
-
il mercato e i dati da esso forniti;
-
gli aspetti tecnici inerenti al bene oggetto di valutazione;
-
gli aspetti giuridici inerenti al bene e chi ne ha la titolarità.
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